Egli propone una metafisica materialista, un'etica umanista. Riporto qui in seguito un importante passo dell'opera "Piccolo trattato delle grandi virtù", nel quale troviamo descritta la semplicità nella sua essenza; quella stessa innocenza tipica del bambino.
"Giudicarsi significa prendersi molto sul serio. Il semplice non si fa tante domande su se stesso. Perché si accetta così com'è? È già dir troppo. Non si accetta e non si rifiuta. Non s'interroga, non si contempla, non si considera. Non si loda e non si disprezza. È ciò che è, semplicemente, senza contorsioni, senza ricerche [...] - fa ciò che fa, come ognuno di noi, ma non vede in ciò ragioni per discutere, per commentare, nemmeno per riflettere. È come gli uccelli dei boschi, leggero e silenzioso sempre, anche quando canta, anche quando si posa. Il reale basta al reale, e questa semplicità è il reale stesso. Così, il semplice: è un individuo reale, ridotto alla sua espressione più semplice. Il canto? Il canto, talora; il silenzio, più spesso; la vita, sempre. Il semplice vive come respira, senza più sforzi né gloria, senza più effetti né vergogna. La semplicità non è una virtù che si aggiunge all'esistenza. È l'esistenza stessa, in quanto nulla vi si aggiunge. Sicché è la più lieve delle virtù, la più trasparente, e la più rara. [...] È la vita senza discorsi e senza menzogne, senza esagerazione, senza magniloquenza. È la vita insignificante, e la vera."