"Guarda la luce negli occhi di un bambino, osservane la purezza la voglia di scoprire;
l’innocenza guardala attentamente fanne tesoro proteggila.
S
olo loro riescono a rimetterti in pace col mondo, l’unica ragione per cui valga la pena di vivere
Se solo non rovinassimo tutto crescendo..."

mercoledì 2 luglio 2014

L'innocenza vince!

L'innocenza è stato l'argomento peculiare di questo mio blog, un concetto che ho voluto riportare accanto l'immagine del bambino. Sono partita dal punto di vista storico, riportando la testimonianza del film 2Il bambino con il pigiama a righe", un libro che ha lasciato il segno e che ha sottolineato l'immensità infinita dell'essere bambino. Ho portato poi successivamente ad esempio alcune manifestazioni di tale innocenza nel bambino, quali il sorriso, lo sguardo... testimonianze plurime come anche "Il piccolo principe". Sono state per me preziosi dimostrazioni di apprendimento e di sapere, ho riscontrato nei miei studi alcuni autori quali lo stesso Piaget o Freud, e per questo sono riuscita a continuare ad argomentare il blog aggiungendo nozioni anche inerenti allo sviluppo del bambino. Volevo trasmetter un quadro completo del loro piccolo mondo, un mondo che come riportato fin dall'inizio trasmette sentimenti di benessere, semplicità e soprattutto immensa innocenza.
Con l'ultimo intervento ho riportato un importante articolo realizzato dal Dott. Davide Piserà, che riprendeva un pò tutte le mie nozioni per riportarle ad un'unica sorgente quale appunto quella dell'educazione. Pedagogia ed educazione hanno come scopo lo sviluppo e la crescita del bambino stesso.Si occupano del loro divenire andando ad intervenire fin dai primo giorni, attraverso servizi educativi che mantengono vivo e rinforzano il loro essere così semplice ed innocente.
L'innocenza diviene così una strada che non ha mai fine, un percorso che inizia dai primi giorni di nascita e che pian piano si va sempre più ad intensificare. Una particolarità tipica del neonato che regala a chi incontra momenti di evasione, una fuga dalla realtà capultata in quel piccolo mondo senza confini. Un mondo neutrale, pieno di fantasie accessibili a tutti, o almeno a tutti coloro che sono disposti a tornare per un attimo piccoli e riacquistare quell'essere innocente che da sempre ci ha contraddistinti.


 






domenica 15 giugno 2014

Pedagogia ed educazione unite per l'innocenza!

Durante un importante dibattito in aula, è stato ripreso un articolo dal Periodico di studi umanistici "Il Sileno" Onlus (cultura e attualità iscritto al Registro Stampa del Tribunale di Cosenza al n. 2/09 del 30 marzo 2009 - ISSN 2279-7157 - CINECA - Servizio Gestione Riviste - Codice Rivista: E215247 - Direttore responsabile: Francesco De Pascale). L'analisi di questo articolo intitolato "La forza della pedagogia e l’innocenza della fanciullezza: due mondi a confronto che caratterizzano l’Essere", ritrovato nella sezione Scienze pedagogiche,è stato a mio parere un'ottima possibilità di riflessione e di spunto per il mio argomento preso in esame all'inizio di questo blog. L'autore, il Dott. Davide Piserà, si interessa di precisare l'importanza della pedagogia nella formazione del bambino, che mai come oggi vede a rischio la sua fragilità e la propria innocenza. Un articolo in difesa dell'infanzia, in difesa dell'identità dei futuri uomini del domani e che sottolinea l'obbligo della famiglia di insegnare al fanciullo la distinzione tra il bene e il male del mondo.
All'interno di questo abstract ne emerge soprattutto l'importante ruolo dell'educazione, un educazione che deve accompagnare i piccoli fin dalla prima infanzia. Mantenere vivo questo spirito innocente, risulta essere compito non solo di ogni educatore, ma anche dell'intervento pedagogico e ancora una volta grazie alla presenza della famiglia. Educare alla semplicità, stimolare le potenzialità senza mai arrendersi. Un accompagnamento che vede la stessa pedagogia protagonista, proprio per un cammino stadiale a passo dei bisogni del bambino, rispettando personalità e acquisizione delle abilità senza aver alcuna fretta.
Un articolo davvero ottimo, che in pochi versi sottolinea un importante messaggio:
"Se il pedagogista rende forte il proprio insegnamento allora renderà nuovamente innocente e limpido l’animo del bambino da educare. Soltanto l’equilibrio tra pedagogia (e non demagogia) e amore per l’infanzia (e non nichilismo) potrà rendere il bambino – e quindi – “l’uomo in divenire”, completo nel suo Essere."

martedì 10 giugno 2014

Tappe innocenti!

Nell'incontro precedente ho presentato un pò l'introduzione allo sviluppo motorio al quale va riconosciuta la grande conquista dell'inizio dei primi passi. Una tappa che si colloca in media tra i 12 e i 24 mesi, anche se come già scritto non implica un tempo definito. Uno sviluppo motorio che non si conclude con la prima infanzia, proprio perchè va a ricoprire l'intero percorso evolutivo del bambino fino ad accompagnarlo al suo passaggio di adolescente ed infine adulto. Un percorso che a volte può incontrare difficoltà o strade alternative, puntando sempre alla conquista dell'autonomia e del movimento.
Molteplici sono gli autori che nell'ambito della psicologia si sono interessati di questo campo, come nel caso di  Jean Piaget. Psicologo, pedagogista e filosofo svizzero del novecento, introduce attraverso l'opera "L' Introduzione all'epistemologia genetica" , l'evoluzione del bambino in stretto rapporto con l'ambiente che lo circonda. Per analizzare le varie tappe evolutive, Piaget utilizzava il metodo clinico che consisteva nell'osservazione sistematica del comportamento del bambino in una determinata situazione sperimentale. I suoi studi, o meglio le sue osservazioni puntavano verso la comprensione dell' origine dello sviluppo dell'intelligenza, dando però importante capitolo al periodo sensomotorio. Attraverso questi studi, e alla suddivisone in tappe del percorso evolutivo, oggi giorno è possibile determinare le fasi di crescita.
Un insieme di studi, ricerche che hanno permesso a livello sperimentale e psicologico di determinare i movimenti passo dopo passo del bambino, movimenti così disinvolti e ricchi di amore e tenerezza. Anche nell'ambito scientifico, psicologico emergono descrizioni che sottolineano questo mondo così intenso e spettacolare. Una visione che riprende quell'essere innocente del bambino, quella semplicità che lo accompagna fin dai primi movimenti e che viene perciò riscontrata nel suo agire.
L'innocenza del bambino è perciò un argomento vasto e variopinto, una tematica colorata da mille sfaccettature che il piccolo realizza a partire dal più semplice sguardo.
                                     

mercoledì 4 giugno 2014

Piccoli passi..

Il concetto di crescita nel bambino diviene un fondamentale protagonista che giorno dopo giorno va a  confrontarsi con il bimbo stesso. Un processo che implica il superamento di difficoltà e grandi conquiste. A partire dallo sviluppo motorio il bambino esplora ed entra in contatto con il mondo esterno, un processo delicato ed emozionante, sia per il bambino sia per i genitori. Comincia a gattonare, poi impara a mettersi in piedi e infine eccolo muovere i primi passi da solo! Lungo e costellato da diverse tappe intermedie e, naturalmente, da tanti capitomboli. Occorre aspettare la prima torta di compleanno perché il piccolo, dopo aver conquistato la posizione eretta nei mesi precedenti, cominci a muovere i primi passi. E' di per sè un risultato che non tutti i bimbi raggiungono nello stesso periodo e come già anticipato precedentemente, soprattutto, nella stessa maniera. Alcuni iniziano prima a gattonare; altri, invece, saltano questa fase e fanno subito le prove per procedere sui due piedi. In ogni caso, è importante assecondare i movimenti del bambino, senza forzarlo, e rispettare il suo “stile” personale e soprattutto rispettare spazi e tempi.
Solitamente è verso i 12 mesi che il bambino si sente sicuro di sé, lascia gli appigli e muove i primi passi. L’andatura è barcollante, le braccia sono scomposte e spesso rivolte verso l’alto, alla ricerca di un maggior equilibrio. Il piccolo procede con i piedini “a papera” e le gambe allargate. 
Nei primi giorni, farà qualche passo e si affloscerà per terra, a volte si muoverà quasi correndo e, anche in questo caso, l’esito sarà spesso un capitombolo. 
È comunque importante cercare di creare uno spazio sicuro per le prime esplorazioni del bimbo ma non si può evitargli ogni ostacolo, è giusto che impari ad affrontare le difficoltà e a superarle.  Bisogna lodarlo quando riesce a farcela da solo e, se cade, sostenerlo senza drammatizzare: questi comportamenti lo aiutano ad accrescere la sua autostima. Imparare a camminare non è solo una conquista motoria, ma una tappa di maturazione psicologica, che rende il piccolo più autonomo e sicuro di sé.

martedì 27 maggio 2014

Pronti, partenza, via!!

Il primo anno di vita rappresenta il periodo in cui cresce maggiormente, come abbiamo già visto fin dai primi mesi inizia a scoprire se stesso per poi spostare la propria attenzione verso il mondo esterno. Ciò che lo circonda diviene così uno stimolo fondamentale per lo sviluppo motorio. Importante sottolineare che "esiste una grande variabilità nei tempi oltre che nelle modalità dello sviluppo motorio nel primo anno di vita. Nello sviluppo motorio di un bambino non esistono delle tappe ben definite" . Un concetto che spesso viene sottolineato dai pediatri proprio per rivendicare che ogni bambino ha il suo tempo, un tempo per sdraiarsi, un tempo per iniziare ad appoggiarsi e successivamente poi per poter gattonare e camminare. Sono tempi e spazi che ogni bambino si procura attraverso l'esperienza di ogni giorno, attraverso gli stimoli e gli imput trasmessi dall'esterno.
Lo sviluppo motorio è da sempre stato un principale protagonista all'interno delle tappe evolutive, studiato e osservato da importanti autori di  psicologia quali Piaget e lo stesso Freud. Rimane il fatto che grazie a queste importanti conquiste motorie il bambino riesce a passare dallo stare sdraiati al tirarsi in posizione seduta. Grazie al movimento della testa, conquistato fin dai primi tre mesi, riesce a volgere la sua innocente attenzione a ciò che desidera, compiendo sempre più movimenti ben definiti e autonomi.

                     

lunedì 26 maggio 2014

sorriso, manine e sguardo..

Le tappe continuano, il bambino cresce e di conseguenza si incrementano sempre più nuove manifestazioni diinnocenza. Comportamenti che come già ribadito più volte rientrano nell'essere bambino rendendolo unico e speciale. Come il sorriso e la scoperta delle manine, il bambino inizia così la propria scoperta verso il mondo esterno e ciò che rende tale capacità completa è proprio il semplice attodiosservare. Fin da neonato il bambino utilizza infatti lo sguardo come strumento di mediazione e di conoscenza, trasportandosi alla ricerca del volto materno per poterlo differenziarlo dalle persone comuni. 
Sguardi che cambiano a seconda delle stesse sensazioni che il bambino manifesta. Uno sguardo capace di rapire, capace di emozionare e trasmettere quell'innocenza tanto caratteristica che contraddistingue ognuno di loro. 
Uno sguardo, un ammiccare, il piegarsi delle labbra, il semplice battito di ciglia esprime una parte di noi. Nella relazione interpersonale questo scambio favorisce i rapporti, alimenta vorticosi dubbi o addirittura attriti e tensioni.

"Mi sembra che se dovessi parlare dell' ‘immagine che ho dell'infanzia' tradirei, già dal principio, ciò che mi aspetto da un bambino, quello che non hanno ancora perduto. Il loro sguardo, la loro capacità di osservare il mondo senza necessariamente averne un'opinione immediata o trarne delle conclusioni. Il loro modo di guardare corrisponde allo stato di grazia per un cineasta. È quello che dovrei attendermi da un bambino, questa apertura".   Wim Wenders
                               

martedì 13 maggio 2014

Conquiste..


Con l'ultimo post della scorsa settimana abbiamo iniziato il percorso del bambino; piccola creatura innocente e semplice che giorno dopo giorno viene messa alla prova iattraverso ostacoli che riesce a superare con successo, raggiungendo sempre quello scalino in più che lo porta alle grandi conquiste. Siamo partiti con il sorriso, perchè è ciò che rappresenta al meglio la sua essenza e la sua personalità. Fin dopo la nascita è fondamentale inoltre che il bambino faccia esperienze sensoriali  e che abbia la possibilità di cominciare a sperimentare le sue abilità motorie che costituiscono la base per lo sviluppo dell’ intelligenza. Scopre il movimento delle manine, così inizia ad esplorare il mondo che lo circonda. Le porta alla bocca, poi le usa per prendere il lenzuolo e stropicciarlo. Le passa sul viso, si tocca il naso, la bocca e si afferra le orecchie, piccoli gesti che lo portano alla conoscenza di sè. Quando la mamma lo prende in braccio, rimane affascinato della sua capigliatura: le dita, che adesso riesce ad aprire chiudere con facilità, si aggrappano ad una ciocca di lei, piace sentire il mondo esterno che prende pian piano sempre più contatto con lui. Ecco che passo dopo passo si completa questo spirito innocente diventando sempre più forte ma allo stesso tempo anche sempre più fragile. Un divenire che esiste per quello che è, che si rende vivo ogni giorno senza pensare a quello di ieri o a quello di domani;  il loro avvenire è oggi.

"Ieri, domani, dopo domani. Per i bambini è sempre oggi" -Bruno Munari



                          

sabato 10 maggio 2014

Conquiste!


Ecco che allora voglio iniziare questo percorso di conquiste, tappe che giorno dopo giorno il bambino apprende e ne fa proprio tesoro. Seppur può essere banale, voglio definire la prima attraverso il sorriso, un'arma che accompagna il bambino fin da subito. Inizialmente è un movimento involontario quasi automatico, ma ben presto dal momento in cui viene associato alle cose belle, ad un ringrazioamento diventa la forma di appagamento migliore. Un atto così innocente che manteniamo poi per tutta la vita, e anche se come già detto può essere semplice e banale, in esso si celano importanti emozioni che esplodano dal volersi manifestare. 
Un sorriso è semplicemente l'essere un bambino.



Hai mai visto sorridere un bambino?
Vi è racchiuso l'universo intero,
è come il sole che si leva al mattino
donando alla vita il momento più sincero.

E' uno sguardo pieno di poesia,
che da un'emozione infinita,
è un'espressione che ti trasporta via
e ti segna per il resto della vita.

Hai mai fatto sorridere un bambino?
non vi è sentimento che ti possa ripagare
e se ci riesci pregherai il destino
che nel resto della vita tu lo possa rifare!!!
                                                                 -Giovanelli Michele

 

sabato 3 maggio 2014

Le tappe innocenti

"L'innocenza è sempre alla ricerca di qualcosa; di ciò che è pieno diluce, di pace, di ordine, di concatenazione e forza, ma ricolmo di tranquillità. Questo qualcosa possiede la capacità di muovere ogni cosa senza muovere se stesso. Ha un qualcosa d'ineffabile, di divino, d'interiore e di segreto; dev'essere, dunque, la luce e la gloria, la cornice fondamentale e la pietra angolare dei secoli futuri. Deve illuminare tutta l'umanità, deve ispirare i sistemi filosofici, le istituzioni e i costumi, deve risvegliare le scuole d'arte e, molto più di questo, deve ispirare i santi e dare alla Chiesa nuovi e più iridescenti giorni di gloria. Sarà il riflesso dello sguardo, del sorriso e della maestà della Madonna."  
 Una citazione di Plinio Correa de Oliveira, uno storico politico e filosofo brasiliano del primo novecento. A queste parole mi soffermo per sottolineare quanto di vero ha scritto. Perchè innocenza non è altro che un sorriso che risplende, un gesto inaspettato e sorprendente, un azione sincera e d'amore. Caratteristiche che riscopro giorno dopo giorno con tutti i bambini. Che abbiano nove mesi o due anni loro sanno sempre come meravigliarti, che possa essere una conquista motoria, linguistica o semplicemente un gesto d' amore. Sperimentare e cogliere per loro diventa all'ordine del giorno ed è proprio grazie a questo primo impattocon il mondoesterno che inizia la loro conoscenza e soprattutto viene messa in gioco questa loro arte innocente. Semplicemente uno spettacolo da osservare passo dopo passo, conquista dopo conquista.
                                                   

 

martedì 29 aprile 2014

"Il piccolo principe"...







" Non si vede che con il cuore
l'essenziale
 è invisibile agli occhi.
E' il tempo che hai dedicato alla tua rosa
che ha fatto la tua rosa
così importante..." 
 Antoine De Sant-Exupéry, Il piccolo Principe

 Ecco che da questo libiccino nascono viaggi mentali infiniti. Nascone nuove idee di interpretazione e di punti di vista, idee che pian piano iniziano a coinvolgerti nel tuo piccolo e che io stessa ogni giorno sperimento con i miei piccoli al nido. Un' esperienza che mi riporta all'immagine del piccoloprincipe proprio capace di riscoprire se stesso e le piccole cose della vita.

martedì 1 aprile 2014

Riscoprire se stessi..

Leggere mi rende viva come allo stesso tempo riesce a bloccare tutto, trasportandomi in un mondo lontano dalla realtà di ogni giorno e proprio in quell'isola scoperta ritrovo la mia serenità.
Grazie a questa passione infinita ho riletto per l'ennesima volta "Il piccolo principe", sotto una sfumatura diversa, sotto un'impronta preparata e studiata. Un libro che tralascia molteplici spunti, una grande risorsa per l'animo umano che rimanda a quella sorprendente semplicità dell'essere bambino.

"Tutti i grandi sono stati bambini una volta. Ma pochi di essi se ne ricordano."   Antoine De Sant-Exupéry, Il piccolo Principe

                                

mercoledì 12 febbraio 2014

Lo stupore dei bambini


Trattando della semplcità del bambino, mi è sembrato originale pubblicare questo video che argomenta un tema che oggi giorno viene messo in discussione secondo molteplici profili quale quello Cattolico e Politico. Un tema che ai nostri occhi comporta stranezza e disapprovazione per questo motivo trovo questo filmato una dimostrazione dell'autentica semplicità che governa in ogni bambino.
Un'innocenza che come già citato va oltre l'apparenza, supera i pregiudizi e scava nel profondo di ognuno di noi. Un mondo che appare ai loro occhi uguali e meraviglioso.
"Quindi l'importante è che ci sia amore?"
A questa domanda i bambini rispondono in modo molto semplice e sincero, il loro è un SI dettato dal volersi bene e dal reciproco aiuto.
Una semplice intervista che lascia stupore e fa riflettere; tutto per sottolineare ancora una volta che a volte basterebbe somigliare un pò di più a loro e guardare con occhi immersi nella loro semplicità infinita.
"I bambini sanno qualcosa che la maggior parte della gente ha dimenticato"  Keith haring

sabato 25 gennaio 2014

Semplicità, virtù da riscoprire (parte 2)

Nel post precedente si è parlato di semplicità, citando anche un importante autore quale Comte Sponville A. Incuriosita dalle parole citate nell'articolo scorso, mi sono informata sul pensiero dello stesso filosofo francese  il quale prediligeva le teorie filosofiche di Epicuro, Stoici e Spinoza. 
Egli propone una metafisica materialista, un'etica umanista. Riporto qui in seguito un importante passo dell'opera "Piccolo trattato delle grandi virtù", nel quale troviamo descritta la semplicità nella sua essenza; quella stessa innocenza tipica del bambino.


"Giudicarsi significa prendersi molto sul serio. Il semplice non si fa tante domande su se stesso. Perché si accetta così com'è? È già dir troppo. Non si accetta e non si rifiuta. Non s'interroga, non si contempla, non si considera. Non si loda e non si disprezza. È ciò che è, semplicemente, senza contorsioni, senza ricerche [...] - fa ciò che fa, come ognuno di noi, ma non vede in ciò ragioni per discutere, per commentare, nemmeno per riflettere. È come gli uccelli dei boschi, leggero e silenzioso sempre, anche quando canta, anche quando si posa. Il reale basta al reale, e questa semplicità è il reale stesso. Così, il semplice: è un individuo reale, ridotto alla sua espressione più semplice. Il canto? Il canto, talora; il silenzio, più spesso; la vita, sempre. Il semplice vive come respira, senza più sforzi né gloria, senza più effetti né vergogna. La semplicità non è una virtù che si aggiunge all'esistenza. È l'esistenza stessa, in quanto nulla vi si aggiunge. Sicché è la più lieve delle virtù, la più trasparente, e la più rara. [...] È la vita senza discorsi e senza menzogne, senza esagerazione, senza magniloquenza. È la vita insignificante, e la vera."



venerdì 24 gennaio 2014

Semplicità, virtù da riscoprire

"La semplicità è la virtù della persona che è priva di artificio e affettazione, che non finge e non è preoccupata della propria immagine o della propria reputazione, che non è mossa da calcolo, è trasparente e naturale. Ma per viverla bisogna tornare all’essenziale, semplificando tanti aspetti della propria vita."
Oggi giorno sempre più si ascoltano notizie legate alla distruzione dei valori umani; altelegiornale trascorrono fatti etici che descrivono l'uomo capace della distruzione del mondo e delle sue virtù. Ecco che mi sono permessa di ricorrere a questo spazio proprio per discuterne con tutti voi lettori. Partecipando ad un incontro religioso, l altro giorno si trattava proprio di questo argomento e il relatore portò in esame alcune parole di Don Bosco e non solo.
Si trattò appunto della modernità della vita in quanto di spettacolo e consumi, società sempre più complessa, che fa sentire forse in modo più acuto il bisogno di ritorno all’essenziale, di riduzione della complessità, di semplificazione della vita stessa. Una semplificazione che deve ripartire a partire dalle nostre relazioni interpersonali e dainostri stessi comportamenti nei confronti della realtà che ci circonda.

A questo discapito ecco che si arriva al fulcro della discussione proprio nel momento in cui si descrive la semplicità in sè. Si può affermare che essa si riscontra nella persona priva di artificio e affettazione, che non finge e non si preoccupa della propria immagine o della propria reputazione, in quanto è trasparente e naturale. Semplicità è autenticità, distacco, serenità, modestia; suoi opposti sono il narcisismo, la presunzione, il sussiego, il fasto, lo snobismo, l’artificio, la doppiezza, la complessità. La semplicità è quiete contro inquietudine, leggerezza contro gravità, spontaneità contro riflessione.
 "La semplicità non è una virtù che si aggiunge all’esistenza. È l’esistenza stessa, in quanto nulla vi si aggiunge. Sicché è la più lieve delle virtù, la più trasparente, e la più rara."      -Comte Sponville A.

Proprio parlando di semplicità si affaccia spontaneamente alla mente l’immagine del bambino: egli si presenta come una persona ridotta alla sua espressione più semplice, è la vita senza menzogne o esagerazioni, è libertà e leggerezza, è incuranza, è immediatezza. J. Guitton parla della semplicità – pur non in modo così diretto – quando, in un’immaginaria lettera a un bimbo piccolo, così si rivolge a lui: «I grandi ti insegneranno lo sforzo. Tu insegnerai loro l’atto dell’abbandono che si chiama grazia. Noi ti daremo le regole. Tu, in cambio, ci darai la tua fantasia, la tua innocenza. Ti imponiamo la nostra gravità, tu ci insegni l’allegria. Ti spieghiamo che tutto è più difficile di quanto tu creda. E tu insegni alle nostre fronti già coperte di rughe che tutto è più facile di quanto non si fosse creduto!». 




                                      







 

mercoledì 22 gennaio 2014

Amare insieme



"Vivi con i bambini ed imparerai ad amare. Così diventerai tu un bambino e più ancora: un essere umano. " -George W. Grooddeck  


Georg Walter Groddeck (1866- 1934) , medico, fisioterapista, ma soprattutto uomo di grande creazione e di intuito, ancor oggi non trova il consenso che merita. Egli si definì analista selvaggio, perché non volle seguire alcuna scuola. Nel 1920 scrisse il suo primo libro inerente allo sviluppo della psicanalisi. Si interessò soprattutto all' incoscio, il quale non poteva significare solo sogno ma giaceva anche su particolari movimenti che ogni persona quotidianamente svolgeva. Nel 1995 pubblicò un ulteriore importante libro, quale "Questione di donna", all'interno del quale ho ricavato questa bellissima affermazione. Un bambino trasmette purezza in ogni suo singolo movimento, gesto e conquista. Le parole usate dall'autore stesso possono farci capire quanto la presenza di un bimbo influenzi la vita dell'adulto; quanto una così piccola creatura possa rendere noi "grandi"migliori, ci aiutano ad essere veri e propri umani nell'amore e nella semplicità.